Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza: una minaccia globale

I batteri resistenti agli antibiotici costituiscono per l’Organizzazione Mondiale della Sanità una delle 3 più grandi minacce globali per la salute umana, mentre per i ministri europei della salute (G8, giugno 2013) rappresentano la più grande sfida in termini di sicurezza sanitaria del XXI secolo.

 

La resistenza agli antibiotici

Si dice che un batterio presenta resistenza agli antibiotici o che è antibiotico-resistente quando gli antibiotici specifici non riescono più a ucciderlo o a impedirne la proliferazione.

Vi sono batteri naturalmente resistenti a determinati antibiotici e in questo caso si parla di “resistenza intrinseca”. Un problema più grave si ha quando batteri normalmente sensibili agli antibiotici diventano resistenti a seguito di modificazioni genetiche: in questo caso si parla di “resistenza acquisita”.

I batteri resistenti sopravvivono anche dopo la somministrazione dell’antibiotico e continuano a proliferare, allungando il decorso della malattia o portando addirittura alla morte del paziente. Le infezioni causate da batteri resistenti richiedono una maggiore assistenza sanitaria o il ricorso ad antibiotici alternativi e più costosi.

 

I numeri

I batteri resistenti ai farmaci causano circa 400 mila infezioni e 25 mila morti ogni anno solo in Europa, con un impatto economico che si stima di 1,5 miliardi di euro tra spese sanitarie e perdita di produttività. Si calcola che in totale determinino ben 2,5 milioni di giorni di ricovero ospedaliero, con costi supplementari di 900 milioni di euro.

Negli Stati Uniti l’incidenza di ricoveri ospedalieri dovuti a infezioni antibiotico-resistenti è aumentata del 359% in 10 anni: da 37.005 casi nel 1997 a 169.985 nel 2006. Quasi 2 milioni di americani ogni anno sviluppano infezioni ospedaliere con circa 99 mila morti, la maggior parte delle quali sono dovute a batteri resistenti. Si calcola che il solo Staphylococcus aureus meticillino resistente (MRSA) uccida ogni anno più americani di enfisema, AIDS, Parkinson e omicidi messi insieme.

La causa

La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri. Tuttavia un uso eccessivo e improprio degli antibiotici accelera la comparsa e la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici. I batteri sensibili muoiono quando entrano in contatto con gli antibiotici, mentre i batteri resistenti sopravvivono e continuano a moltiplicarsi. I batteri resistenti possono trasmettersi e causare infezioni anche in altre persone che non hanno fatto uso di antibiotici.

 

I meccanismi di resistenza

Alla base della “resistenza acquisita” dai batteri ci sono 2 meccanismi genetici fondamentali:

1) mutazione e selezione;

2) scambio e acquisizione di geni della resistenza tra ceppi e specie.

Il primo meccanismo è di tipo “darwiniano”: alla pressione selettiva esercitata nell’ambiente dall’antibiotico sopravvive, all’interno di una popolazione batterica sensibile, la cellula batterica resistente che, riproducendosi, darà origine a una popolazione resistente. La resistenza è dovuta a una mutazione (le mutazioni compaiono nell’ordine di una ogni 107 divisioni cellulari) e verrà trasmessa “verticalmente” al clone.

Il secondo meccanismo, che può determinare anche fenomeni di resistenza multipla, è legato a scambi genetici (genetic exchange). Consiste nel trasporto di materiale genetico da un microrganismo all’altro, anche da una specie batterica all’altra. Tale trasporto si può attuare con la trasformazione o la trasduzione e la coniugazione.

 

Gli antibiotici

Gli antibiotici, o antimicrobici, sono medicinali in grado di uccidere o impedire la proliferazione dei batteri in modo da curare le infezioni che colpiscono l’uomo, gli animali e talvolta anche le piante.

Non esiste un antibiotico efficace contro tutti i tipi di batteri, ma esistono oltre 15 categorie diverse di antibiotici che si distinguono per struttura chimica e spettro d’azione. Un particolare antibiotico può essere efficace contro un solo tipo o più tipi di batteri.

Il primo antibiotico – la penicillina – è prodotto dalla muffa Penicillium notatum ed è stato scoperto da Alexander Fleming nel 1928. La maggior parte degli antibiotici oggi in uso deriva ancora da molecole naturali, prodotte da batteri o funghi, in genere modificate chimicamente per renderle più attive e più stabili. L’uso degli antibiotici ha permesso di diminuire la mortalità delle malattie infettive batteriche (meningiti, polmoniti, tifo, tubercolosi, etc.) e le complicanze infettive legate a traumi, ferite e interventi chirurgici. Già nel 1941 fu segnalato il primo isolamento di batteri resistenti alla penicillina. Ebbe inizio una sfida, ancora in atto, tra l’uomo e la capacità di evolversi e sopravvivere dei microrganismi.

L’Italia è tra i maggiori consumatori di antibiotici in Europa dopo la Grecia e si calcola che 1 antibiotico su 5 è usato in modo inappropriato.
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