19 ottobre – Si è svolta il 16 ottobre la 4° edizione del Meeting POST ESMO Italy, un incontro promosso da Women for Oncology Italy – spin off dell’omonimo gruppo europeo nato all’interno della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) – per confrontarsi sulle più recenti novità della ricerca scientifica per la diagnosi e il trattamento dei tumori.
Durante l’evento sono stati presentati i principali risultati del congresso ESMO 2020, tenutosi in modalità virtuale dal 19 al 21 settembre. La giornata ha visto confrontarsi sul tema della ricerca e della cura delle patologie oncologiche alcuni dei massimi esponenti dell’oncologia italiana, il cui intervento ha contribuito a fare un punto sulla situazione nel nostro Paese: dai nuovi dati sulla sopravvivenza dei pazienti fino agli aggiornamenti dal punto di vista terapeutico per vari tumori: melanoma, mesotelioma, sarcomi, tumori genitourinari, ginecologici, polmonari, del distretto testa-collo, mammari, e del colon-retto.
In Italia si stima che nel 2020 saranno diagnosticati circa 377.000 nuovi casi di tumori, in altri termini ogni giorno circa 1.030 persone riceveranno questa diagnosi. Nel 2020 i tumori più frequenti sono stati il carcinoma mammario, del colon-retto del polmone e della prostata1. È molto interessante notare come i tumori del colon-retto siano diminuiti grazie all’introduzione dello screening e alla diffusione della colonscopia, che consente di identificare e asportare polipi prima che si trasformino in tumori maligni.
“I nuovi trattamenti e la ricerca clinica, che punta su terapie innovative e sempre più mirate, ha permesso negli ultimi dieci anni di fare un enorme passo avanti nel trattamento delle patologie oncologiche, migliorando nettamente il tasso di guarigione e la prospettiva di vita, sia tra le donne che tra gli uomini, – spiega Nicla La Verde, Direttore della UOC Oncologia dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano e membro del Comitato Scientifico di W4O Italy – La situazione pandemica attuale ha reso più complesso il percorso di diagnosi e cura per il paziente oncologico, e anche le procedure di screening ottengono poche adesioni sia per le problematiche organizzative che per la scarsa adesione da parte di molti cittadini che hanno paura di recarsi in ospedale. Dobbiamo ricordarci però che la prevenzione è un fondamentale salva-vita e che le istituzioni dovrebbero garantire ai pazienti oncologici la continuità dell’assistenza, anche sul territorio, per non lasciare indietro nessuno”.
La situazione pandemica attuale ha costretto gli esperti ad affrontare alcune tematiche spinose come la difficoltà di condurre ricerca scientifica in oncologia durante l’emergenza sanitaria, tenendo anche in considerazione le disposizioni del nuovo GDPR in termini di tutela della privacy. Su questi temi è stata riservata, nel corso dell’evento POST ESMO, una sessione speciale con due ospiti: il Prof Paolo Giovanni Casali, Direttore Oncologia Medica 2 della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano, professore Associato dell’ Università degli Studi di Milano che ha tenuto una lectio magistralis sulla difficoltà di donare i propri dati e i campioni biologici alla ricerca e la prof.ssa Rosanna Berardi, vicepresidente di W4O Italy e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica dell’Università Politecnica delle Marche AOU Ospedali Riuniti di Ancona, che ha presentato i dati relativi alla difficoltà di condurre studi clinici e reclutare nuovi pazienti oncologici durante la pandemia.
“Le Oncologie hanno affrontato l’emergenza COVID con assoluta dedizione e prontezza di risposta, continuando a garantire i controlli e le terapie ai pazienti oncologici, che sono tra i più fragili, ma anche a perseguire la mission della ricerca. Sono stati sviluppati, in particolare, progetti di ricerca che hanno valutato l’impatto della pandemia sul disagio sociale, professionale e psicologico degli operatori e dei pazienti – spiega Rossana Berardi, vicepresidente di Women for Oncology Italy – Ad esempio durante i mesi di lockdown in particolare le donne impiegate nel settore sanitario sono state messe a dura prova dal punto di vista professionale e occupazionale. Lo abbiamo evidenziato anche all’interno di una ricerca condotta da Women for Oncology: su 600 operatori sanitari è emerso che le donne impiegate in sanità hanno subìto maggiormente il disagio sociale derivato dalla pandemia rispetto ai colleghi uomini”.
Women for Oncology nasce, infatti, con la finalità di promuovere, sostenere e sviluppare la leadership delle donne in oncologia. Proprio il 15 ottobre una delegazione di Women for Oncology e Women in Surgery ha incontrato a Roma la Sottosegretaria al Ministero della Salute Sandra Zampa chiedendo lo svolgimento di un’indagine nazionale e un monitoraggio dell’attuale situazione sul gender gap in sanità e la creazione di un tavolo interministeriale guidato dal Ministero della Salute che, insieme al Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero delle Pari Opportunità, proponga strumenti e soluzioni per ridurre la disparità di opportunità di carriera nel settore della salute.
Secondo la prima indagine sulla percezione della discriminazione di genere condotta da Women 4 Oncology Italia, 7 medici su 10 dichiarano che esiste un gender gap delle donne rispetto agli uomini nella crescita professionale in ambito medico e nello specifico in oncologia: un problema particolarmente sentito e di cui sono più consapevoli le donne – 8 su 10 – rispetto ad una minoranza degli uomini – meno di 4 su 10.
1 Volume “I numeri del Cancro 2020” di AIOM (https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2020/10/2020_Numeri_Cancro-operatori-web.pdf)