Nuovi dati dello studio di fase III HAVEN 6 rafforzano il profilo di sicurezza ed efficacia di emicizumab di Roche per i pazienti con emofilia A lieve o moderata

Emicizumab continua a dimostrare un controllo degli episodi di sanguinamento
clinicamente significativo, con il 66,7% dei partecipanti allo studio con emofilia A
lieve o moderata che non ha registrato episodi di sanguinamento trattati a una
mediana di 55,6 settimane di follow-up 1
● I nuovi dati rafforzano anche il buon profilo di sicurezza di emicizumab, senza che
siano stati osservati nuovi segnali relativi alla sicurezza 1
● A causa del fatto che le informazioni e le linee guida sul trattamento dell’emofilia A
lieve o moderata sono limitate, gli episodi emorragici potrebbero essere
diagnosticati in ritardo, o non diagnosticati 2
● Emicizumab è approvato per il trattamento di persone di tutte le età con emofilia A
con inibitori del fattore VIII in oltre 110 paesi e per persone di tutte le età senza
inibitori del fattore VIII in oltre 95 paesi

Basilea, 11 luglio 2022 – Roche ha annunciato oggi i risultati dell’analisi primaria dello studio
clinico di fase III HAVEN 6, i quali mostrano che Hemlibra (emicizumab) conferma il buon profilo
di sicurezza e un efficace controllo del sanguinamento nei pazienti con emofilia A lieve o
moderata senza inibitori del fattore VIII 1 . I dati saranno presentati al 30° Congresso annuale della
International Society on Thrombosis and Haemostasis (ISTH), che si terrà l’11 luglio 2022 a
Londra, e serviranno a supportare una richiesta all’Agenzia europea per i medicinali di aggiornare
le indicazioni di emicizumab per includere i pazienti con emofilia A non grave.
“Siamo orgogliosi del fatto che i dati su emicizumab confermino la capacità del farmaco di
ridefinire lo standard di cura per le persone affette da emofilia A in tutti i suoi gradi di gravità”, ha
affermato Levi Garraway, MD, PhD, Chief Medical Officer e Head of Global Product
Development di Roche. “I dati che verranno presentati quest’anno al congresso ISTH
sottolineano l’impegno di Roche nell’affrontare le lacune nella cura dell’emofilia A, permettendo
pertanto a popolazioni di pazienti più ampie di trarre potenzialmente beneficio da emicizumab”.
“A oggi sono disponibili informazioni e indicazioni limitate sul trattamento dei pazienti con emofilia
A moderata o lieve che possono arrivare a una diagnosi di sanguinamento ritardata o alla
mancanza di adeguata profilassi continuativa a prescindere dalla gravità del difetto coagulativo. I
nuovi dati dello studio HAVEN 6 evidenziano il favorevole profilo di sicurezza ed efficacia di
emicizumab anche nelle persone con emofilia A lieve o moderata. Infatti, l’efficacia costante su
tutti gli endpoint di sanguinamento dimostra una prevenzione degli eventi emorragici clinicamente
significativa, in linea con i precedenti studi HAVEN nei pazienti gravi, con o senza inibitore per il
FVIII. Questi dati confermano il potenziale di emicizumab per ridefinire lo standard di cura per
tutte le persone che convivono con l’emofilia A di qualsiasi gravità, consentendo loro di ambire ad
una miglior qualità di vita” dichiara il Dott. Giancarlo Castaman, direttore del Centro Malattie

Emorragiche e della Coagulazione, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze.
Oltre a HAVEN 6, al congresso ISTH 2022 saranno presentati anche i dati degli studi CHESS II
(Cost of Haemophilia across Europe: a Socioeconomic Survey-II) e CHESS PAEDs (CHESS in
Paedriatic Populations). Questi dati dimostrano che la maggior parte degli adulti con emofilia A
lieve o moderata e oltre la metà dei bambini con emofilia A moderata potrebbero non ricevere
trattamenti preventivi, il che a sua volta potrebbe comportare un peggioramento clinico, poiché
oltre il 30% degli adulti e circa il 40% dei bambini con emofilia A moderata che nel corso dello
studio non stavano assumendo un trattamento preventivo hanno sperimentato almeno tre episodi
di sanguinamento all’anno 3 .
HAVEN 6 è uno studio multicentrico di fase III, in aperto, a singolo braccio, che valuta la
sicurezza, l’efficacia, la farmacocinetica e la farmacodinamica di emicizumab nelle persone con
emofilia A lieve o moderata senza inibitori del fattore VIII. L’analisi primaria ha incluso i dati di 72
partecipanti (69 uomini e tre donne) che richiedevano la profilassi; a un follow-up mediano di 55,6
settimane, 21 avevano emofilia A lieve senza inibitori del fattore VIII e 51 emofilia A moderata
senza inibitori del fattore VIII. Al basale, 37 partecipanti stavano ricevendo un trattamento
profilattico con fattore VIII, e 24 avevano sanguinamenti a carico delle articolazioni bersaglio 1 .
I dati dimostrano che emicizumab ha mantenuto bassi tassi di sanguinamenti trattati durante tutto
il periodo di studio, con il 66,7% dei partecipanti che non ha manifestato sanguinamenti che
richiedessero un trattamento, l’81,9% che non ha manifestato sanguinamenti spontanei che
richiedessero un trattamento e l’88,9% che non ha manifestato sanguinamenti articolari che
richiedessero un trattamento 1 . I tassi annualizzati di sanguinamento basati sul modello (Model-
based ABR, annualised bleed rates) sono rimasti bassi per tutto il periodo di valutazione, a 0,9
(IC 95%: 0,55-1,52).
I risultati mostrano anche che il profilo di sicurezza di emicizumab è stato coerente con i risultati
di varie sottopopolazioni di persone con emofilia A ottenuti nel corso dei precedenti studi HAVEN
e STASEY, senza che siano stati osservati nuovi segnali sulla sicurezza. L’evento avverso (EA)
correlato al trattamento verificatosi più comunemente –- nel 10% o più dei soggetti nello studio
HAVEN 6 –- sono state le reazioni locali al sito di iniezione (ISR, injection site reaction) (16,7%).
Quindici persone (20,8%) hanno segnalato un EA correlato a emicizumab, che nella maggior
parte dei casi era una ISR locale. Un partecipante ha avuto un evento tromboembolico di grado 1
non correlato a emicizumab. Non ci sono stati decessi o casi di microangiopatia trombotica, il che
rafforza ulteriormente il favorevole profilo di sicurezza di emicizumab 1 .
Emicizumab è approvato per il trattamento di persone con emofilia A con inibitori del fattore VIII
in più di 110 paesi e per le persone senza inibitori del fattore VIII in oltre 95 paesi nel mondo,
inclusi Stati Uniti e Giappone per tutti i gradi di severità dell’emofilia A e la UE solo per l’emofilia
A grave. Il farmaco è stato studiato nel corso di uno dei più ampi programmi di sperimentazione
clinica mai condotti in persone con emofilia A con e senza inibitori del fattore VIII, inclusi otto
studi di fase III.

Emicizumab

Emicizumab è un anticorpo bispecifico diretto contro il fattore IXa e il fattore X.

È stato concepito per avvicinare i fattori IXa e X, che sono le proteine necessarie per attivare la naturale cascata della coagulazione e ripristinare il processo di coagulazione del sangue nei soggetti affetti da emofilia A.

Emicizumab è un trattamento profilattico (preventivo) che può essere somministrato sotto forma di soluzione pronta all’uso da iniettare al di sotto della pelle (per via sottocutanea)
una volta a settimana, ogni due settimane od ogni quattro settimane (dopo un dosaggio settimanale iniziale per le prime 4 settimane).

Emicizumab è stato ideato da Chugai Pharmaceutical Co., Ltd. ed è sviluppato congiuntamente a livello internazionale da Chugai, Roche e Genentech.

Viene commercializzato negli Stati Uniti da Genentech come emicizumab- kxwh;

il suffisso kxwh è stato stabilito in conformità con la Nonproprietary Naming of Biological Products Guidance for Industry (“Linea guida per la denominazione non proprietaria dei prodotti biologici per l’industria”), rilasciata dalla Food and Drug Administration statunitense.

L’emofilia A

L’emofilia A è una grave patologia ereditaria caratterizzata da un’insufficienza della coagulazione,
che determina sanguinamenti incontrollati e spesso spontanei. L’emofilia A interessa circa
900.000 persone in tutto il mondo, di cui il 35-39% circa presenta una forma grave della malattia.
Le persone affette da emofilia A soffrono della mancanza, totale o parziale, di una proteina della
coagulazione chiamata “fattore VIII”. Nei soggetti sani, in caso di sanguinamento, il fattore VIII
agisce da cofattore per i fattori della coagulazione IXa e X, determinando un passaggio
fondamentale per la coagulazione del sangue e quindi l’arresto dell’emorragia. A seconda della
gravità della patologia, le persone affette da emofilia A possono manifestare sanguinamenti
frequenti, soprattutto a livello delle articolazioni o dei muscoli. Questi sanguinamenti possono
costituire motivo di forte preoccupazione per la salute, in quanto causano spesso dolore e
possono comportare gonfiore cronico, deformità, mobilità ridotta e danno articolare a lungo
termine. Una grave complicanza del trattamento è rappresentata dallo sviluppo di inibitori che
compromettono l’efficacia delle terapie di sostituzione del fattore VIII. Gli inibitori sono anticorpi
sviluppati dal sistema immunitario che si legano al prodotto sostitutivo del fattore VIII e ne
contrastano l’efficacia, rendendo difficile, se non impossibile, ottenere un livello di fattore VIII
sufficiente a controllare il sanguinamento.


Riferimenti
[1] Hermans C, et al. Emicizumab Prophylaxis for the Treatment of People with Moderate or Mild Hemophilia A
without Factor VIII Inhibitors: Results from the Primary Analysis of the HAVEN 6 Study. Presented at:
International Society on Thrombosis and Haemostasis (ISTH) Congress; 2022 July 11. Abstract OC 30.5.
[2] Walsh C, et al. Identified unmet needs and proposed solutions in mild-to-moderate haemophilia: A summary
of opinions from a roundtable of haemophilia experts. Haemophilia. 2021;27(S1):25-32.
[3] Khair K, et al. Bleed Outcomes in the Moderate and Mild Hemophilia A Population Without Prophylactic
Treatment in CHESS II and CHESS PAEDs. Presented at: International Society on Thrombosis and
Haemostasis (ISTH) Congress; 2022 July 11. Abstract PB0670.

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