A Roma il XV Congresso della Società Italiana di Leadership e Management in Medicina
Roma, 15 settembre 2023 – La crisi dell’emergenza-urgenza oggi è paradigmatica del cambiamento che dovrà guidare il nuovo approccio all’SSN e che dovrà coinvolgere, in primis, il capitale umano, la formazione, la contrattazione (troppa e disomogenea) le nuove tecnologie e la valorizzazione delle professioni. È indiscutibile quanto il DM 77 stia spingendo il Paese verso un approccio più territoriale delle cure nel Sistema Sanitario Nazionale. Queste le parole di Mattia Altini, Direttore dell’Assistenza Ospedaliera della Regione Emilia-Romagna e Presidente della Società Italiana di Leadership e Management in Medicina a chiusura del XV Congresso “#SIMMNERGIE, integrazioni, intersezioni, allineamenti a sostegno del SSN”, organizzato da Over Group e che ha visto partecipare in gran numero la sanità italiana. “È fondamentale sfruttare la capacità produttiva e l’efficacia delle cure integrate ospedaliere e territoriali, riportare equità nei carichi di lavoro dei professionisti, e per far ciò ci vuole allineamento, semplificazione e omogeneizzazione. Esempio lampante è la crisi dell’emergenza-urgenza, non è possibile recarsi nei DEA di 1° e 2° livello per codici bianchi o verdi, sovraffollando così i Pronto Soccorso e rendendo critica l’assistenza ai codici rossi. Con il DM77 si potrà andare vicino casa senza così soffocare gli ospedali. In Emilia-Romagna, ad esempio, ma non è la sola Regione italiana, si è tentato di suggerire un nuovo approccio che possa migliorare un SSN di grandi valori ma un po’ datato nei metodi e nelle regole, e lo si è fatto nel rivedere in modo strutturale il problema dell’emergenza-urgenza. Si è così deciso di realizzare dei CAU (Centri di Assistenza per l’Urgenza): strutture territoriali di assistenza primaria per offrire una risposta alla popolazione su problemi sanitari a bassa complessità, evitando così il ricorso al Pronto Soccorso e alle lunghe attese che ne derivano, lasciando gestire loro esclusivamente situazioni gravi che possano mettere in pericolo di vita i cittadini (per esempio, infarti, ictus, traumi). Dobbiamo favorire il cambiamento aggiornando il sistema, rilanciando la centralità del territorio, dando vita ad una riforma vera e propria che coinvolga valorizzazione del capitale umano, un moderno modello di formazione, contratti omogenei per categoria professionale, nuove tecnologie e un nuovo ruolo delle professioni sanitarie”. Conclude Mattia Altini