Roma, 6 marzo 2020 – “Dobbiamo evitare un picco ingestibile dei contagi e i ragazzi possono avere un ruolo determinante nel contenimento del nuovo Coronavirus. Per questo sono state chiuse le scuole. Facciamo capir loro che non sono in vacanza e che devono attenersi alle regole di salute pubblica per scongiurare che si avverino le previsioni elaborate sui modelli matematici dall’Unità di crisi. Suggeriamogli di approfittarne per leggere un buon libro e approfondire qualcuno degli ultimi temi affrontati in classe”. Questo l’appello del Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri,
Paolo Biasci.
“L’autoisolamento è doveroso per i contatti stretti di persone affette, per i positivi al tampone e per i sintomatici, ma è importante che gli adolescenti comprendano che, pur non essendo colpiti dal virus in maniera evidente, possono farsi veicolo di infezione per i genitori, i nonni e tutti i membri della loro comunità, mettendo a rischio la vita soprattutto di anziani o immunodepressi – afferma Biasci. La chiusura delle scuole serve a ridurre i contatti e non ad avere più tempo libero per andare in giro. Parliamo ai ragazzi con chiarezza e fermezza. Diciamo loro che devono evitare di affollare punti di ritrovo, soprattutto al chiuso, come i locali pubblici, i centri commerciali e le discoteche ancora in attività”.
“Va responsabilmente rispettato il limite posto alle occasioni sociali, la distanza tra le persone, l’igiene delle mani e l’isolamento domestico – spiega Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP –. Parlano i numeri: il primo marzo i dati della Protezione civile italiana davano 528 nuovi casi di coronavirus. Il 29 febbraio i nuovi casi erano 228. Vuol dire che ciascun nuovo contagiato ne ha infettati altri 2,4. Così rischiamo una progressione esponenziale dei contagi. Contenere l’aumento dei casi ci permetterebbe invece di immaginare altri scenari: il virus potrebbe attenuarsi ed essere contenuto anche dalle temperature della bella stagione. Il ruolo dei genitori in questo momento, così come sempre, – prosegue Doria – è determinante poiché i bambini e i ragazzi imparano da quello che fanno gli adulti, ascoltano quello che noi diciamo e lo traducono in atteggiamenti conseguenti”.
“Facciamo comprendere ai ragazzi che fermare la corsa del virus dipende dal comportamento di ciascuno di noi – conclude il Presidente Biasci – e che anche loro sono al contempo membri e custodi della loro comunità. Torneranno alla normalità, assieme a noi adulti, quando l’intera società potrà permettersela”.