ALESSANDRO MUGELLI,
Professore ordinario, Dipartimento di Neuroscienze, Area del Farmaco e Salute del Bambino, Università degli Studi di Firenze
È chiaro a tutti cosa sia un alimento, cosa sia un farmaco e forse anche che cosa sia un integratore alimentare.
Gli omega-3 rappresentano un interessante esempio di sostanza che è al contempo alimento, integratore alimentare e farmaco. La rilevanza di queste sostanze è legata agli effetti positivi che una sana alimentazione e la cosiddetta “dieta mediterranea” hanno sulle patologie cardiovascolari. Studi epidemiologici e interventistici hanno dimostrato che gli omega-3 posseggono importanti proprietà (tra queste anche effetti antiaritmici e antiaggreganti), che sono ritenute rilevanti per spiegarne l’effetto di protezione cardiovascolare.
L’ampia, ma spesso imprecisa, informazione che circonda il “mondo” degli acidi grassi polinsaturi (polyunsaturated fatty acids, PUFA) n-3 (chiamati comunemente omega-3), associata alla grande diffusione e disponibilità di prodotti commercializzati come integratori o supplementi dietetici contenenti omega-3, insieme alla presenza sul mercato di vari farmaci (recentemente disponibili anche come bioequivalenti o generici) a base di definite quantità di omega-3, rendono necessario fare il punto sulle caratteristiche di tali prodotti e sulle relative prove della loro efficacia.
Gli omega-3 possono essere ottenuti direttamente da fonti alimentari o sintetizzati per allungamento della catena e desaturazione anaerobica a partire dall’ALA. Quest’ultimo acido è presente in alcuni semi, nelle noci e negli oli vegetali, mentre le principali fonti di EPA e DHA sono di origine marina (fondamentalmente da alcuni tipi di pesce, pesce azzurro, tonno e salmone).
Il meccanismo d’azione degli omega-3
Come gli altri acidi grassi, gli omega-3 entrano a far parte delle membrane cellulari. In particolare, hanno la capacità di determinarne le caratteristiche di fluidità indispensabili per lo svolgimento dei processi cellulari oltre a modularne la funzione.
Gli acidi grassi omega-3 presentano un’azione principalmente antinfiammatoria e di inibizione dell’aggregazione piastrinica, fattori che già di per sé possono spiegarne l’effetto cardioprotettivo. Inoltre, numerosi effetti specifici di queste sostanze (potenzialmente legati alla riduzione del rischio cardiovascolare) sono stati descritti negli anni, fra cui:
Riguardo quest’ultimo punto, è stato ipotizzato che alterazioni nella composizione degli acidi grassi delle membrane cellulari possano mediare l’associazione fra assunzione alimentare di omega-3 e vulnerabilità alle aritmie cardiache, sulla base di numerosi studi epidemiologici e sperimentali.
Omega-3 come alimento
Le prime indicazioni degli effetti favorevoli di una dieta ricca di omega-3 sono venute dall’osservazione della bassa incidenza di malattie cardiovascolari negli eschimesi della Groenlandia, caratterizzati da una dieta particolarmente ricca di pesce e di grassi polinsaturi della serie omega-3. Successivamente, l’associazione fra un’elevata assunzione alimentare di omega-3 e riduzione del rischio cardiovascolare è stata confermata da numerosi studi epidemiologici. L’insieme di queste evidenze è stata recepito dall’American Heart Association (AHA), che ha ribadito la raccomandazione di includere almeno due porzioni di pesce a settimana all’interno di una dieta finalizzata alla riduzione degli eventi cardiaci e ridurre la progressione dell’aterosclerosi nei pazienti con coronaropatia.
Fra gli ultimi in ordine di tempo, uno studio prospettico di coorte condotto su più di 20.000 uomini adulti senza preesistenti malattie CV, nel quale è stato dimostrato che la presenza contemporanea di 5 fattori comportamentali (dieta sana, consumo moderato di alcol, assenza di fumo, attività fisica e assenza di adiposità addominale) era associato con la riduzione del 79% degli infarti miocardici durante gli 11 anni di follow-up. In particolare, la “dieta a basso rischio” adottata nello studio (definita in base al Recommended Food Score e comprendente frutta, verdura, legumi, frutta a guscio, latticini magri, cereali integrali e pesce), comportava da sola una riduzione del 16% del rischio di infarto
Complessivamente, i dati epidemiologici, supportati da studi sperimentali che hanno indagato i meccanismi cardioprotettivi degli omega-3, dimostrano senza alcun dubbio che l’introduzione di una adeguata quantità di queste sostanze con la dieta ha effetti benefici sulla salute, in particolare per quanto riguarda la prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari.
Omega-3 come integratore
Sulla base degli effetti favorevoli sulla salute di diete ricche di omega-3, sono stati prodotte e messe in commercio numerosissime preparazioni di integratori alimentari contenenti questo tipo di acidi grassi. Come discusso in dettaglio più avanti, gli integratori alimentari a base di omega-3 differiscono fra loro per tipo e concentrazione di omega-3 presenti nel prodotto, possedendo una concentrazione di acidi grassi polinsaturi inferiore a quella presente nei farmaci. Inoltre, altrettanto importante, e variabile nei diversi integratori, può essere il rapporto fra le concentrazioni di EPA e DHA, poiché gli effetti dei due acidi grassi omega-3 sono simili, ma non identici. Questa variabilità nella composizione dei vari prodotti è conseguenza delle procedure per l’immissione in commercio degli integratori alimentari, che seguono un cammino regolatorio diverso da quello dei farmaci e non prevedono le rigide procedure che si utilizzano per la registrazione dei farmaci, ma una semplice notifica.
In definitiva, gli integratori alimentari a base di omega-3 si propongono come un’alternativa, anche molto costosa, ad una dieta bilanciata, la cui efficacia però non è stata dimostrata. È evidente infatti che i benefici nella prevenzione delle patologie cardio-vascolari apportati dagli omega 3 all’interno di una dieta complessivamente sana e associata a uno stile di vita corretto non possono essere semplicisticamente sostituiti dall’assunzione di integratori. D’altra parte, anche l’utilizzo farmacologico di omega-3 nella prevenzione secondaria dei soggetti con precedenti cardiovascolari, discusso più in basso, riguarda solo le preparazioni farmacologiche, mentre non vi è alcuna evidenza scientifica riguardo l’uso di integratori.
Omega-3 come farmaco
Le preparazioni farmaceutiche di omega-3 sono caratterizzate da una concentrazione ben determinata di acidi grassi all’interno di una formulazione farmaceutica ben definita. I farmaci a base di omega-3 attualmente disponibili sono caratterizzati da due diverse concentrazioni di EPA e DHA: ≥84% (840 mg/g) e ≥85% (850 mg/g), con indicazioni differenti. Come per tutti i farmaci, la loro immissione in commercio dipende da un percorso che vede la definizione della loro efficacia attraverso adeguati studi clinici disegnati ad hoc, che ne abbiano documentata l’efficacia nelle condizioni cliniche in cui sono stati studiati e per cui ricevono poi l’indicazione d’uso. La qualità del farmaco è garantita dal sistema di controllo cui ogni farmaco è sottoposto secondo la legislazione vigente.