Immerso in una architettura dal design futuristico e innovativo come la Nuvola di Massimiliano Fuksas a Roma, il congresso SIME 2024 ha dato nuova propulsione alle tematiche scientifiche protagoniste di questa 45 edizione: Immagine Etica e Scienza.
M. Elisabetta Calabrese
Immersa in una nuvola, simbolo di apertura, creatività e trasformazione, con ampi spazi congressuali dedicati all’offerta formativa e una vetrina espositiva che ha evidenziato un trend di mercato in forte crescita, con valori intorno a 13,9 miliardi di dollari nel 2022 ma che si stima possano giungere a toccare i 23,4 miliardi di dollari entro il 2027, la medicina estetica mantiene alto l’interesse dominato per l’80% da richieste femminili. Interessante tuttavia è affiancare a tale dato scontato, l’allargamento dei suoi orizzonti verso un pubblico maschile con un aumento della richiesta dei trattamenti estetici non chirurgici del 25 percento dal 2008.
E non solo: “particolarmente significative sono le percentuali riguardanti i giovanissimi. Nel presente report – ha dichiarato il presidente della SIME Emanuele Bartoletti – tra il 40% e il 45% di coloro che si rivolgono alla Medicina Estetica rientrano nella fascia d’età compresa tra i 19 e i 35 anni”.
Questo aumento del ricorso dei giovani alla Medicina Estetica, al di là dei canonici problemi di acne, fa riflettere e preoccupare i professionisti del settore, come ha sottolineato ancora il presidente Bartoletti: “L’aumento del ricorso dei giovani alla Medicina Estetica rappresenta un problema serio. Molto spesso sono spinti dai social media in maniera diretta o subliminale, e ciò comporta il rischio di incontrare medici, o peggio ancora, non medici, che accondiscendono a richieste spesso prive di senso. È importante fare attenzione, poiché la dipendenza dei giovani da questo tipo di terapie sta diventando sempre più preoccupante. Questo porta al rischio di sottoporsi a trasformazioni di cui potrebbero pentirsi in seguito”.
Tra le novità, particolare rilievo riveste la medicina rigenerativa basata su procedure di utilizzo delle stesse cellule del paziente (o componenti delle cellule) che possiamo definire come una sorta di auto trapianto. In particolare nell’ambito della prevenzione e correzione dell’invecchiamento cutaneo, con tali procedure, si possono ottenere grandi risultati senza, o quantomeno trascurabili, effetti collaterali e reazioni di rigetto.
“In buone mani e se ben eseguita – sostiene il professor Emanuele Bartoletti, – quello della medicina estetica rigenerativa è un ambito molto sicuro e virtualmente privo di effetti indesiderati. A patto però di rispettare delle regole ferree, in primis quelle delle buone pratiche cliniche nella manipolazione di questi componenti, nell’utilizzo di strumentazioni adeguate e della massima igiene. È inoltre necessaria un’accurata selezione dei pazienti, perché le terapie in medicina estetica, e la medicina rigenerativa non fa eccezione alla regola, vanno sempre personalizzate, in base all’età, alle indicazioni del singolo paziente e alle sue aspettative. Nel nostro campo non esistono terapie ‘one size fits all’, cioè a ‘taglia unica’. Siamo gli antesignani della medicina personalizzata”.
Nonostante i successi ottenuti dalla crescente e consolidata pratica di varie procedure di medicina rigenerativa applicata alla medicina estetica tra le quali l’utilizzo del plasma arricchito in piastrine (PRP), e del più recente plasma ricco di fibrina (PRF), oltre alle cellule staminali derivate dal tessuto adiposo dove l’impiego di polinucleotidi e di esosomi, rappresentano le novità più promettenti, il professor Bartoletti invita alla prudenza: “Siamo insomma ancora agli albori in questo campo – conclude – e gli esosomi, per quanto promettenti, vanno considerati terapie emergenti. Quelli vegetali sono attualmente quelli più spinti dal marketing. Per quelli umani (le fonti sono piastrine e sangue cordonale) non ci sono ancora posizioni regolatorie nette, né percorsi definitivi”. In attesa di un attento vaglio scientifico, per i medici di medicina estetica l’importante è non cedere alle richieste di pazienti eccessivamente insistenti e che pretendono degli iper trattamenti. E questo è possibile realizzarlo, implementando in modo particolare gli aspetti di una comunicazione sempre più basata su informazioni reali e leali.