PeopleInMind2021 – I numeri del concorso
Lundbeck_Concorso People in Mind_Opere vincitrici
Premiati a Milano i vincitori della terza edizione del concorso ‘People In Mind’ di Lundbeck Italia, il concorso che si propone di sensibilizzare sul tema della salute mentale attraverso l’arte e l’impegno sociale, al fine di superare stigma e pregiudizi.
• Hanno partecipato oltre 400 artisti di ogni età, provenienti da 18 regioni d’Italia, e sono stati candidati dalle associazioni del Terzo Settore 42 progetti volti al supporto ai pazienti nella fase di presa in carico, al loro reinserimento nella società e alla formazione o al sostegno ai caregiver
• Le opere candidate e i progetti presentati hanno reso protagonisti le persone che vivono con disturbi mentali e i loro cari.
Milano, giovedì 16 giugno 2022 – Si è conclusa, con una cerimonia di premiazione svoltasi presso la sede della Fondazione Riccardo Catella a Milano, la terza edizione del concorso ‘People In Mind’, voluto da Lundbeck Italia con il patrocinio del World Mental Health Day, dell’Ambasciata di Danimarca e delle principali Società Scientifiche e Associazioni che operano nel mondo della salute mentale.
Un duplice concorso, d’arte e per il Terzo Settore, che ha coinvolto 415 artisti (di cui 125 in rappresentanza di centri e istituti di cura) e 42 associazioni, tutti uniti da un obiettivo comune:
dare luce e colore alle persone con malattie mentali e ai loro familiari, superando lo stigma che spesso li circonda e ricordandoci come l’arte – oltre ad essere una forma universale di espressione – può diventare anche un supporto al percorso terapeutico di cura.
La pandemia COVID-19 ha avuto un grande impatto sul benessere psicosociale delle persone che hanno dovuto affrontare nuove paure come quella del contagio o della perdita di cari, l’isolamento sociale e l’incertezza del futuro. I dati restituiscono una fotografia complessa, con 728.338 persone con problemi di salute mentale assistite nel corso del 2020 dai servizi specialistici1 e il 40% della popolazione che ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi in seguito ai lockdown2. Inoltre, si dimostrano particolarmente vulnerabili i bambini e adolescenti, con il 16,6% dei ragazzi tra 10 e 19 anni affetti da disturbi mentali3 e le donne, delle quali circa il 50% ha riportato un peggioramento del benessere mentale, con aumento dei sintomi depressivi e diminuzione della qualità del sonno, rispettivamente del 32% e 63% maggiore rispetto agli uomini4
Questo a fronte di una drastica diminuzione dei servizi assistenziali per le persone con disturbi mentali5
L’iniziativa “People in Mind”, fin dalla prima edizione nel 2019, intende attraverso l’arte abbattere i muri psico-sociali e relazionali ancora esistenti nei confronti delle persone con una malattia mentale e dei loro cari, ridando dignità a coloro che vengono guardati con diffidenza, sospetto, paura e pregiudizio. Le opere candidate hanno permesso di mettere al centro i pazienti e i loro caregiver, esprimendone le emozioni attraverso il disegno, la pittura, la fotografia digitale e, per la prima volta, anche brevi video. Questa novità, introdotta quest’anno, ha riscosso un grande successo, andando ad integrare una forma di comunicazione che tra i giovani sta
diventando sempre più comune. Al concorso sono stati infatti candidati 30 brevi video.
1https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=5857
2 https://www.iss.it/en/news/-/asset_publisher/gJ3hFqMQsykM/content/id/5777773
3 https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato6154852.pdf
4 Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, Congresso Nazionale 2021
5 G20, COVID-19 and the Need for Action on Mental Health, Policy paper 2021
Durante la cerimonia di premiazione sono stati annunciati e premiati i 24 finalisti del concorso d’arti visive, 3 per ogni categoria artistica in gara: 12 decretati dalla giuria ‘tecnica’ composta da esperti di differente estrazione professionale (clinici, psichiatri, psicoterapeuti ed esperti del mondo dell’arte) e 12 decretati dalla Community social ‘People In Mind’, che ha visto l’adesione di 2.531 utenti per un totale di 17.697 voti assegnati. Ai primi tre vincitori decretati dalla giuria tecnica è stato riconosciuto un buono “wish list” artistico del valore di 1.000€, 500€ e 250€, mentre i vincitori selezionati dalla community hanno ricevuto un buono per corsi di perfezionamento online dal valore di 200€, 100€ e 50€.
“Regione Lombardia è da sempre attenta alla salute mentale. – dichiara Emanuele Monti, Presidente della Commissione III Sanità e politiche sociali di Regione Lombardia – Le strutture sanitarie territoriali che stanno sorgendo in attuazione della legge di potenziamento della sanità lombarda permetteranno una più efficace presa in carico dei pazienti nel loro complesso”. “Quello che serve – aggiunge Monti – è un passo in avanti dal punto di vista culturale perché la salute mentale è un bene da tutelare al pari della salute fisica. Noi ci siamo
e la chiave di lettura è fare rete”.
“Promuovere salute in una città complessa e plurale come Milano – aggiunge Anna Scavuzzo, Vicesindaco e Assessore all’Istruzione, Comune di Milano – significa lavorare in sinergia con tutti i soggetti coinvolti nel disegno della città, dei suoi spazi di incontro e relazione, nei suoi servizi e nell’impegno quotidiano delle diverse realtà che sono vicine a chi è più fragile. E significa promuovere una cultura della salute capace di superare la diffidenza e lo stigma che troppo
spesso ancora costituiscono un ostacolo ai percorsi di cura, prevenzione e accompagnamento per le persone che soffrono di disturbi mentali o sono in una fase della vita che necessita di un supporto e di un sostegno competente. Stiamo lavorando molto anche nelle scuole e con gli adolescenti, che in questo tempo di fine pandemia esprimono forse più di prima fatiche, fragilità, richieste di aiuto”.
“People In Mind” non è solo un concorso artistico. Per il secondo anno consecutivo, infatti, le associazioni del Terzo Settore hanno potuto candidare un progetto che “mettesse al centro” le persone con patologie mentali e/o i loro cari, valorizzandone le attività sul territorio. Al concorso 2021 sono stati candidati ben 42 progetti, il doppio rispetto all’anno precedente, a dimostrazione dell’importanza del supporto e del senso di vicinanza a pazienti e caregiver. I progetti afferiscono a tre aree d’intervento socio-assistenziale e sono stati selezionati da una giuria apposita: 20 i progetti finalizzati al reinserimento dei pazienti nella società, 15 quelli rivolti al supporto ai pazienti nella fase di presa in carico e 7 quelli inerenti alla formazione e sostegno ai caregiver.
I progetti vincitori hanno ricevuto una donazione, ricavata dalla vendita delle opere finaliste dell’edizione del concorso ‘People in Mind’ 2020. Il valore aggiunto di People In Mind è infatti creare un circolo virtuoso tra il concorso di arte e quello per il Terzo Settore, che supporti l’attività sul territorio delle associazioni e il contrasto al pregiudizio. Anche quest’anno le 24 opere finaliste sono messe in vendita a scopo benefico sul sito dell’iniziativa e il ricavato sarà donato al miglior progetto candidato del Terzo Settore della prossima edizione del concorso “People in Mind”. Il premio assegnato al Terzo Settore rappresenta un’ulteriore dimostrazione del supporto concreto che Lundbeck vuole dare alle associazioni che ogni giorno operano sul territorio, a disposizione dei pazienti e delle loro famiglie.
“Questa terza edizione di ‘People In Mind’ conferma l’impegno di Lundbeck Italia per la salute del cervello e l’importanza che ha per noi la lotta al pregiudizio nei confronti delle persone con malattie mentali. Il concorso, infatti, invita tutti ad esprimere attraverso l’arte, che rappresenta un linguaggio universale, che cosa significhi “avere a mente” le persone che vivono con queste patologie. – dichiara Tiziana Mele, Amministratore Delegato di Lundbeck Italia – ‘People In
Mind’ vuole inoltre valorizzare tutte le associazioni che ogni giorno si impegnano sul territorio “mettendo al centro” dei loro progetti le persone con malattie mentali e le loro famiglie. Il concorso e il circolo virtuoso, che ne consegue, dimostrano che solo insieme possiamo superare il pregiudizio e diffondere una corretta informazione sull’importante della salute del cervello”.
I vincitori del concorso d’arte decretati dalla giuria tecnica sono “Paura” di Marco Lolli per la categoria Pittura; “Cotard” di Tiziana Procopio per la categoria Disegno; “Autoritratto Notturno” di Daniele Prestigiacomo per la categoria Fotografia Digitale; “People in Mind” di Zizi Zhou per la
categoria Video. I vincitori del concorso scelti dalla community sono “LiberaMente” di Arianna Mercandelli Astori per la categoria Pittura; “Help” di Carlo Bertolino per la categoria Disegno; “Stream of in-consciousness” di Fabio Mottola per la categoria Fotografia Digitale ed infine
“Liberi” di Pierpaolo Servedio per la categoria Video. Per il concorso del terzo settore, la giuria dedicata ha premiato due progetti: il primo posto è stato assegnato a “Urgenza Psicologica” dell’ente CREA S.C.S ONLUS per la categoria supporto ai pazienti nella fase di presa in carico, mentre il secondo posto è stato assegnato a “Un Parco Altro” della Cooperativa Sociale Tracceverdi, anch’esso appartenente alla categoria supporto ai pazienti nella fase di presa in
carico.
Il commento dei rappresentati della Giuria
e delle Associazioni
I ‘partner’ e i giurati del concorso
Il concorso “People in Mind 2021″ ha avuto l’egida di differenti Società Scientifiche e Associazioni tra cui: Società Italiana di Psichiatria (SIP) e SIP Giovani, Società Italiana di Psichiatria Sociale (SIPS), Società Italiana di Neuro Psico Farmacologia (SINPF), Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale (SIRP), Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI), Accademia di Scienze Psichiatriche, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), poi dalle associazioni, Associazione Italiana per i Disturbi Depressivi (AIDDEP), Fondazione ONDA (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere), Progetto Itaca e ARTEDO (Polo Mediterraneo delle Arti Terapie e Discipline Olistiche).
Ecco le loro dichiarazioni in ordine alfabetico:
Società scientifiche e associazioni coinvolte nel progetto
Eugenio Aguglia
Professore Ordinario di Psichiatria, Università di Catania, Direttore UOC di Clinica Psichiatrica, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università di Catania, Presidente Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI)
“La pandemia ha avuto un notevole impatto sia sui pazienti con patologia psichiatrica che nella popolazione generale e ha provocato un trauma collettivo sia a livello personale sia socio-economico. Le conseguenze che ne sono derivate sono rappresentate da un peggioramento della realtà clinica dei nostri pazienti e da un aumento nella popolazione generale di attacchi di panico, disturbi d’ansia, depressivi e del sonno. Questa situazione può far aumentare lo stigma nei confronti delle persone con disturbi psichiatrici, sostenuto dalla mancata conoscenza, dal pregiudizio e dall’indifferenza. Promuovendo e supportando il progetto “People in Mind” SOPSI vuole contribuire a far conoscere questi disturbi, responsabilizzare la realtà sociale, permettendo alle persone che ne soffrono e alle loro famiglie di recuperare i diritti di cittadinanza, di inclusione e titolarità, supportandone l’integrazione nel contesto sociale e di vita quotidiana”.
Carlo Altamura
Direttore Clinica Psichiatrica Policlinico, Università di Milano, Presidente Associazione Italiana per i Disturbi Depressivi (AIDDEP)
“Il Covid ha creato in genere una maggiore instabilità emozionale e nei soggetti più sensibili fino alla angoscia e panico ed uno stato di “hopeless” particolarmente percepito dai pazienti con storia clinica di tipo depressivo Benvengano, pertanto, iniziative importanti come questa, volte a sensibilizzare sulle conseguenze covid non solo socio/economiche ma psicopatologiche. La Aiddep sostiene con particolare interesse iniziative come questa, voluta da una azienda che idealmente inietta in ambito pubblico stimoli e motivazioni nella lotta alla mancanza di attenzione ed informazione per chi soffre di disturbi depressivi”.
Chiara Mapelli
Coordinatrice area web ONDA
“Secondo i dati dell’OMS la depressione è la prima causa di disabilità a livello globale. Ad esserne colpite sono soprattutto le donne, sia direttamente sia indirettamente come caregiver, che si prendono cura della propria famiglia. La pandemia ha acuito questa situazione, esacerbando l’impatto sul tessuto familiare, sociale, relazionale, lavorativo ed economico. Fondazione Onda è da sempre molto attenta ai temi legati alla salute mentale e alla depressione, promuovendo campagne di sensibilizzazione istituzionali e cercando di supportare le persone con questi disturbi creando una rete di sostegno. Proprio con l’obiettivo di trasformare l’informazione in consapevolezza, abbiamo deciso di sostenere il concorso “People in Mind”: è importante che le famiglie e in particolare le donne sappiano di poter contare su un aiuto e che non sono sole”.
Massimo Di Giannantonio
Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Presidente Società Italiana di Psichiatria (SIP)
“A iniziative come ‘People in Mind’ va riconosciuto il merito di essere strumenti per liberare emozioni e creatività al fine di cogliere e comprendere le caratteristiche più positive dei pazienti e sconfiggere con il linguaggio dell’arte il pregiudizio sul disagio mentale”.
Andrea Fiorillo
Professore Ordinario di Psichiatria, Università della Campania “L. Vanvitelli” di Napoli, Presidente Società Italiana di Psichiatria Sociale (SIPS)
“La pandemia da COVID-19 rappresenta una nuova forma di trauma, che ha aumentato il senso di incertezza e insicurezza verso il futuro, con un impatto significativo sulla salute mentale della popolazione generale a livello mondiale. In particolare, l’effetto della pandemia è stato diverso a seconda delle persone considerate; infatti, i pazienti con problemi di salute mentale pre-esistenti hanno subito in maniera particolare le conseguenze del lockdown soprattutto per quanto riguarda la riduzione (in alcuni casi la sospensione) delle attività terapeutiche e riabilitative per la paura del contagio. Inoltre, la pandemia ha avuto un effetto deleterio sulla salute mentale della popolazione non affetta da disturbi mentali che però ha iniziato a presentare sintomi di natura depressiva, ansiosa, fobica, traumatica. Questi effetti sono stati particolarmente gravi sulle persone con alti livelli di solitudine, nelle donne, nelle persone senza un lavoro e in coloro che trascorrevano più tempo su Internet. Infine, l’effetto è stato devastante anche sugli operatori sanitari sia quelli coinvolti in prima linea nel contenimento della pandemia che i medici di seconda linea (ad es., i medici di medicina generale). La Società Italiana di Psichiatria Sociale (SIPS) ha supportato un progetto multicentrico volto a valutare gli effetti della pandemia sulla salute mentale di oltre 20.000 italiani e anche per questo motivo ha deciso nuovamente di sostenere l’iniziativa “People in Mind”: c’è la necessità di aumentare a livello della popolazione generale la consapevolezza sulla salute mentale e di dare voce a tutte le persone che soffrono o hanno sofferto di qualsiasi disturbo mentale”.
Silvana Galderisi
Past-President European Psychiatric Association (EPA), Professore Ordinario di Psichiatria, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina Preventiva, Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli” di Napoli
“Da oltre mezzo secolo l’OMS ha introdotto la nozione che non c’è salute senza salute mentale. Nonostante ciò, ancora oggi l’organizzazione di servizi di salute mentale non risponde in modo adeguato ai bisogni delle persone con disturbi mentali e gli investimenti per la salute mentale sono largamente al di sotto di quanto richiederebbe l’impatto di tali disturbi sulla vita dei pazienti e dei loro familiari, e sulla società nel suo complesso. Iniziative come PeopleInMind, che richiamano l’attenzione sulla centralità della persona con i suoi bisogni, le sue preferenze e le sue risorse, possono contribuire a sensibilizzare le istituzioni nazionali ed europee nei confronti della necessità non più procrastinabile di ridurre l’enorme gap, reso peraltro più drammatico dalle recenti emergenze sanitarie e umanitarie, tra bisogni e offerta nell’ambito della salute mentale”.
Gaia Sampogna
Presidente Società Italiana di Psichiatria (SIP) Giovani
“Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), tra il 10% e il 20% dei soggetti giovani soffre di un problema di salute mentale. A seguito della pandemia da COVID-19 si è osservato un ulteriore incremento delle richieste d’aiuto da parte dei giovanissimi per problemi della salute mentale. Infatti, il distanziamento fisico, le misure di lockdown e l’interruzione di tutte le attività scolastiche, ricreative, sportive per i giovani sono stati elementi particolarmente complessi da gestire, in una fase della vita – l’adolescenza – già caratterizzata da notevoli cambiamenti e modifiche. La SIP Giovani ha deciso di sostenere anche quest’anno il concorso “People in mind” in quanto rappresenta un’occasione unica per poter “attirare” l’attenzione sulle problematiche relative alla salute mentale con un approccio non stigmatizzante ma inclusivo. Iniziative come questa ci danno l’opportunità di ricordare a tutti, e specialmente ai più giovani, quanto sia importante una richiesta di aiuto specialistico precoce, senza paura e senza vergogna”.
Gerardo Medea
Membro della giunta esecutiva nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie (SIMG)
“La pandemia Covid-19 ha impattato in maniera significativa sulla sfera psicologica ed emozionale degli individui. I medici di famiglia per primi hanno rilevato tale impatto osservando un netto aumento delle richieste di aiuto e di terapie per sindromi ansiose, attacchi di panico e depressione. Le persone che più hanno sofferto sono stati gli adolescenti perché privati dei rapporti con i propri coetanei, gli anziani, le persone con disabilità e coloro che vivono da soli; infatti per queste persone è aumentata la condizione di solitudine e in alcuni casi si sono verificate vere e proprie emergenze assistenziali in quanto sono venuti a mancare alcuni servizi essenziali, come l’approvvigionamento alimentare e di farmaci, che per fortuna abbiamo risolto grazie all’aiuto dei servizi sociali e di volontariato. Abbiamo deciso di supportare “People in Mind” per quanto le persone con disturbi mentali sono spesso gestite dai servizi psichiatrici territoriali, i MMG sono sempre coinvolti nel trattamento di questi pazienti, e nell’impatto che il disagio psichico determina sulla vita dei malati e dei loro familiari. Questi ultimi spesso si rivolgono al medico famiglia per supporto psicologico, consigli o altri tipi di aiuto. Infatti, bisogna considerare che al di là della patologia psichiatrica, i pazienti possono avere altri problemi di salute che il medico di famiglia tratta considerando il loro specifico contesto biopsicosociale, diverso da persona a persona. La medicina generale vuole testimoniare inoltre con la sua partecipazione al progetto people in mind, lo straordinario valore sociale dell’iniziativa e dare così il suo contributo per aiutare ad abbattere i muri psico-sociali e relazionali ancora esistenti circa il disagio psichico”.
Claudio Mencacci
Co-Presidente Società Italiana di Neuropsicofarmacologia (SINPF)
“Gli oltre 27 mesi di pandemia hanno lasciato un segno indelebile in molte fasce della popolazione e i cui esiti sconosciuti scorrono sotto di noi come un fiume carsico. Gli adolescenti in particolare sono stati segnati 1 su 4 con sintomi clinici di depressione e 1 su 5 di ansia. Tracciare il futuro è più difficile per la “Doomer Generation”, occorre un investimento di risorse straordinario per tornare a prevenire,curare e promuovere la salute mentale e l’utilizzo del linguaggio universale dell’arte è un canale formidabile di sensibilizzazione e indirizzo”.
Domenico Semisa
Direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Provinciale di Bari, Presidente Nazionale Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale (SIRP)
“Il concorso “People in Mind” è un’iniziativa estremamente importante a cui, da qualche anno, la Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale è lieta di dare il patrocinio. Progetti come questo valorizzano le persone con disturbi mentali, cioè attribuiscono loro un valore positivo. Questa iniziativa consente loro di esprimere le proprie emozioni con il linguaggio dell’arte, suscitando in chi vede le opere analoghi sentimenti, permettendo loro di recuperare un ruolo da protagonista e donando a noi la possibilità di dare attenzione e ascolto. Tutto questo si traduce in un incremento dell’autostima e nella convinzione di potercela fare nei processi di recovery e, cosa estremamente importante, aumentano la fiducia in loro da parte del contesto in cui vivono, a cominciare da quello famigliare. “People in Mind” è un’iniziativa che ha un grande impatto anche sul piano del combattere il pregiudizio nei confronti di chi soffre di disturbi mentali, favorendo percorsi di inclusione sociale”.
Alberto Siracusano
Presidente Accademia di Scienze Psichiatriche
“L’impatto della pandemia da COVID-19 sulla salute mentale è stato devastante per i pazienti e i familiari. La drastica riduzione dei servizi assistenziali durante l’emergenza epidemiologica, l’aumento dei disturbi psichiatrici nella popolazione, soprattutto ansia e depressione, gli esiti cognitivi della sindrome del long-Covid sono aspetti cruciali che hanno causato un incremento dei bisogni delle persone con disturbi mentali e delle disuguaglianze. In quest’ottica, supportare il concorso “People in mind” è un’iniziativa che combatte la povertà vitale stimolando la creatività, la cultura e la socialità nei pazienti, nei familiari e all’interno delle associazioni. “People in mind” è un lavoro di studio della creatività centrato sulla persona ed in tal senso stimola il percorso di crescita personale e relazionale personalizzando la propria capacità di reagire”.
Felicia Giagnotti Tedone
Presidente Fondazione Progetto Itaca Onlus
“Durante la pandemia e nel post pandemia, l’improvvisa e totale riduzione delle relazioni e delle attività lavorative e socializzanti ha segnato, per le persone con disturbi mentali, un brusco ritorno al passato, accompagnato da ansia, paura, crollo di speranze magari appena sbocciate. Anche i familiari si sono ritrovati a gestire, in solitudine, difficoltà di convivenza, momenti di tensione e scoraggiamento. La nostra linea d’ascolto, i nostri servizi di supporto ed accoglienza, trasferiti dalla modalità in presenza alla modalità da remoto, registrano ancora oggi una drastica caduta di speranza e fiducia e il duro sforzo di riprendere un cammino bruscamente interrotto. Il pieno supporto di Progetto Itaca a “People in Mind” nasce dalla convinzione che l’arte e la creatività nelle sue varie forme abbiano un grande potere riabilitativo. Questa scelta, rafforzata dall’impegno di Lundbeck Italia, porta ad un percorso condiviso di lotta allo stigma e al pregiudizio che colpisce ancora oggi le persone con malattia mentale e i loro familiari”.
Giuria arti visive
Marco Alessandrini
Direttore UOC CSM Chieti, ASL 02 Lanciano-Vasto-Chieti, Presidente Associazione Esplorazioni Psicoanalitiche (A.E.P.), Pescara
“L’arte, in persone con disturbi mentali (come d’altronde in qualunque persona), risveglia la parte ‘bambina’ del Sé, nutrita di immaginazione e creatività. La sofferenza psichica trova così una sensorialità estetica e intuitiva, capace non solo di dare raffigurazione alla sofferenza, ma di offrirle soluzioni e vie di sbocco inaspettate e prima inconsce. Le opere presentate sono perciò tutte, e per tutti noi, espressione di una recuperata capacità di sentirsi vivi”.
Ilaria Caracciolo
Psicologa clinica, Psicoterapeuta, Gruppoanalista ed Arteterapeuta
“L’Arte è, da sempre, il dispositivo utilizzato dalle diverse culture per ricercare il senso dell’esperienza umana. L’Arte nasce dalle Emozioni e ne genera a sua volta, permette di rendere condivisibili ed elaborabili i vissuti di ciascuno, creando presupposti di ben-essere individuale e collettivo. Da ciò deriva il beneficio profondo che questa può apportare nei processi di cura e riabilitazione delle persone con disagio mentale, perchè queste possano dare senso e forma alla realtà interna creando un ponte di comunicazione profonda con il mondo esterno rafforzando così il loro stesso confine identitario. Nelle opere pervenute colpisce l’immediatezza del messaggio di cui si fanno portatrici: che sia espresso a livello cognitivo, come una narrazione per immagini dei vissuti dell’artista, o a livello più intuitivo, con l’autenticità della forza del colore e delle forme libere”.
Filippo Maria Ferro
Psicopatologo e professore ordinario di psichiatria presso l’università di Chieti
“L’espressione figurale (in senso lato) è una voce importante nel campo della psicopatologia. Svela al clinico contenuti interiori profondi e rende accessibili le proiezioni di vissuti inconsci. Quanto al soggetto sofferente rappresenta un canale privilegiato per esprimere la propria visione del mondo. L’attenzione all’“arte psicopatologica” si apre con Hans Prinzhorn (1922, che raccoglie un’importate collezione di opere), si precisa con Walter Morgenthaler (1921, in connessione con Hermann Rorschach e il suo celebre test, 1922) e le patobiografie di Karl Jaspers (1922) e trova una precisa collocazione culturale con Jean Dubuffet nel 1945 (Art Brut) sino a confluire nella più ampia designazione di Outsider Art nel 1972. Quest’anno ricorre il centenario di queste attenzioni e riflessioni, e un’iniziativa come People in Mind interpreta perfettamente queste esigenze, prioritarie per le persone con sofferenza psicopatologica, intese a comunicare i propri stati d’animo e di stabilire una relazione privilegiata attraverso un universo dove il dolore, le angosce esistenziali trovino la soluzione attraverso immagini sublimate di bellezza”.
Axel Rütten
Arteterapeuta (DIPL KT -FH), Consulente Creativo, Artista
“L’arte e altre discipline affini che usano i linguaggi artistici come canale preferito di comunicazione come ad esempio le Arti Terapie, si prestano bene nei percorsi di riabilitazione delle persone con disturbi mentali. Questi pazienti hanno un elevato bisogno di comunicare le loro emozioni, sensazioni, stati interiori ma difficilmente riescono a farlo con le parole. L’arte nelle sue molteplici forme permette quindi di trovare un linguaggio nuovo, adatto, personale, diventando uno strumento potente e capace di trasformare e comunicare lo stato d’animo dei pazienti, dando loro sollievo, respiro e nuove prospettive. Del concorso People in Mind mi ha colpito molto il fatto che i partecipanti sono stato in grado di trasmettere tramite le loro opere grafiche il loro mondo interiore e la loro relazione spesso conflittuale con il mondo esterno, creando così un momento di connessione che sconfigge il pregiudizio verso le persone con disturbi mentali”.
Silvia Butelli
Artista
“L’Arte può promuovere l’inclusione delle persone con disturbi mentali, poiché è un mezzo di espressione spontaneo e istintivo. In ogni Opera presentata mi ha colpito il profondo desiderio di combattere lo stigma, che purtroppo è ancora radicato nella società. Il comune denominatore che io ho individuato in tutti i disegni è senza dubbio la voglia di eliminare i pregiudizi esistenti intorno alle malattie mentali, e il bisogno che queste vengano considerate allo stesso modo delle malattie fisiche”.
Jhonny Dell’Orto
Designer e regista
“Sicuramente l’arte può essere di grande aiuto non solo nella promozione dell’inclusione di persone con disturbi mentali, ma può essere esso stesso uno stimolo eccezionale nella personale e intima ricerca delle origini dei propri traumi. Non necessariamente queste personali ricerche portano ad un obiettivo finale, ad una guarigione ad esempio, ma è l’intero percorso artistico che crea in continuazione nuovi e inattesi traguardi. L’arte non ha confini né regole definite, l’arte è un universo infinito dove qualsiasi linguaggio è ben accetto.
Sono passate già varie settimane da quando ho visionato i video in concorso e ancora continuo a pensarci e a stupirmi. Sono rimasto davvero colpito dall’estrema “sincerità” con cui veniva affrontato il tema senza mai “nascondersi”, senza mai “scappare” dalla realtà ma nella totale libertà creativa. Ogni filmato è diverso dall’altro, creando un arcobaleno di visioni, regalando all’intera iniziativa un valore estetico e formale di ottima qualità.
Posso aggiungere che in 4/5 casi si tratta di piccoli capolavori. Ho trovato in alcuni di essi, trattandosi di tempistiche brevi, grandi capacità narrative e in generale una grande cura del montaggio. Sicuramente una iniziativa che va fomentata e intensificata, anche perché, oggi il video, attraverso i suoi infiniti utilizzi e forme, è il mezzo più presente nel nostro quotidiano e quindi può diventare un ottimo strumento terapeutico”.
Bianca Tosatti
Critica d’arte Irregolare
“Il concorso People In Mind è in grado di unire tante opere diverse, accostando quelle dell’artista e quelle della persona con disturbi mentali. L’arte, in tal senso, ha un grande ruolo sociale: annullare le differenze, abbattere muri, arrivare direttamente al centro delle emozioni per far pensare, commuovere, inquietare, unire, ed è proprio quello che intende fare questo progetto. Ma più che l’arte, è l’attività creativa che in ogni caso, sempre, aumenta il raggio d’azione della capacità di comunicazione di ogni individuo. Questa comunicazione risulta la più accessibile e funzionale al contatto con l’esterno, con la società. Il progetto People in Mind, promosso da Lundbeck, ha il compito di analizzare questa produzione creativa, estrarre da questa le migliori opere che possono sfiorare la dimensione artistica e diffondere così una maggiore conoscenza e consapevolezza sul vissuto delle persone con disagio mentale”.
Giuria del Terzo Settore
Carla Collicelli
Associata Senior CNR-CID Ethics
“Il mondo della progettualità a livello locale, animata dal Terzo Settore, in particolare sui temi del disagio psichico, è strettamente legato al mondo della ricerca, di cui personalmente mi occupo. Ho riscontrato questo legame anche in qualità di giurato, in particolare dall’analisi dei progetti che sono stati presentati al concorso “People in Mind”. Molti di questi hanno infatti mostrato che attraverso l’arte è possibile esprimere i segnali più remoti, meno evidenti, di disagio psichico, e soprattutto di trovare le soluzioni e gli strumenti più adeguati ad affrontarli. Per esempio, nel rapporto con la natura, con l’ambiente e con la bellezza artistica su cui molti dei progetti si soffermano”.
Corrado De Rossi Re
Giornalista, Direttore Progetti Istituzionali, Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria (SIC)
“I progetti del Terzo Settore che sul territorio sostengono non solo la persona con disturbi mentali, ma anche l’intero nucleo familiare sono fondamentali poiché spesso rappresentano l’unica risorsa per cittadini, pazienti e caregivers di affrontare difficoltà che non sono solo di ordine terapeutico ma anche socio-assistenziali e lavorative. Il concorso People In Mind ha fatto emergere un messaggio importante, secondo me, quello di comunicare (ed imparare a comunicare) bene quante cose si fanno in un settore in cui lo stigma è ancora troppo presente. In questo il ruolo di aziende come Lundbeck che sostengono e rilanciano progetti di grande valore sociale e sanitario è fondamentale. Da parte loro, però, le Associazioni devono associare alle già elevate capacità di intervento e progettazione, competenze più estese e multichannel per raccontarsi al di fuori delle proprie sedi”.
Maria Teresa Petrangolini
Direttore di Patient Advocacy Lab, ALTEMS, Università Cattolica del Sacro Cuore
“Le associazioni di cittadini che si occupano di salute mentale sono una grande risorsa non solo per i pazienti e le famiglie ma per tutta la collettività. Leggere i 42 progetti presentati per il premio people in mind, che parlano di sport, cultura, ambiente, arte, decoro urbano, difesa della biodiversità, ci fanno capire che esiste un mondo che lotta contro lo stigma e costruisce insieme capitale sociale ed impegno per il territorio a beneficio di tutti. Aver contribuito a far emergere tutto questo è stata per me una esperienza di vita e un arricchimento personale di cui sono grata alle persone, soggetti fragili, caregiver, professionisti, volontari, cittadini comuni, che hanno costruito e che animano questi progetti. Tutti meriterebbero un premio per il fatto stesso di aver messo a disposizione tempo, risorse, ingegno, buona volontà, senso”.