In Italia più di un milione di persone con diabete mellito presenta una forma di Retinopatia Diabetica
(RD), complicanza del diabete e principale causa di cecità negli adulti in età lavorativa.
Questa grave patologia oculare può essere prevenuta con un semplice esame oculare.
Roma, 3 ottobre 2024 – Il Diabete Mellito (DM) è una delle patologie cronico degenerative più
diffuse a livello globale; in Italia si stima che circa 4 milioni di persone siano affette da diabete,
con circa 1 milione di casi ancora non diagnosticati.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la prevalenza di questa malattia è
destinata ad aumentare nei prossimi anni, soprattutto nei Paesi occidentali, a causa
dell’aumento dell’aspettativa di vita e della crescente incidenza di sovrappeso e sedentarietà.
Il Diabete Mellito è particolarmente rilevante per le complicanze che può causare a numerosi
organi, influenzando negativamente la qualità della vita dei pazienti e, più in generale, la salute
pubblica. In particolare, tra le principali complicanze della patologia vi è la Retinopatia
Diabetica (RD), una grave patologia oculare che rappresenta la principale causa di cecità negli
adulti in età lavorativa.
In Italia, oltre 1 milione di persone con Diabete Mellito soffre di una forma di Retinopatia
Diabetica, e il numero è in costante aumento. È quindi fondamentale aumentare la frequenza
e la diffusione di controlli ed esami per favorire la diagnosi precoce.
“È fondamentale adottare un approccio multidisciplinare nella gestione del diabete, con una
stretta collaborazione tra diabetologo e oftalmologo. La gestione del diabete richiede un team
di professionisti adeguatamente formati, che rispondano a tutte le necessità dei pazienti,
soprattutto per la prevenzione delle complicanze associate. – ha commentato Angelo Avogaro,
Presidente della Società Italiana di Diabetologia – Il danno alla retina, spesso silente e
asintomatico, rende la retinopatia diabetica sotto diagnosticata. Quando il paziente nota un
calo della visione, la malattia è già in stadio avanzato. È vitale motivare le persone con diabete
a sottoporsi a screening periodici oculari per permettere una diagnosi precoce e limitare la
perdita della visione.”
Ancora oggi in Italia non vi è un’attività di screening continuativa e protocolli strutturati per tutti
i pazienti di riferimento, molti dei quali, spesso, ignorano la gravità della malattia e le gravi
conseguenze connesse. Per affrontare questo tema e consentire il confronto tra i principali
attori di sistema sull’importanza di screening, diagnosi precoce e approccio multidisciplinare,
oggi, presso Palazzo Ferrajoli, a Roma, si è tenuto l’evento istituzionale “Retinopatia
diabetica: importanza della prevenzione e diagnosi precoce del paziente di riferimento”
realizzato con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanita, Società Italiana Diabetologia- SID,
Associazione Medici Diabetologi sezione Lazio, SISO, APMO, COMITATO MACULA, AIMO,
organizzato da Cencora-Pharmalex e realizzato con il contributo non condizionato di Abbvie
Italia.
L’evento ha sottolineato l’importanza cruciale di aumentare la frequenza e la diffusione di
controlli ed esami per favorire la diagnosi precoce. Lo screening è uno strumento cardine per
intervenire tempestivamente con cure adeguate, gestire il livello glicemico nel paziente
diabetico, e prevenire gravi conseguenze come la Retinopatia Diabetica (RD).
Durante l’incontro è stato presentato ufficialmente lo Studio “VALUE BASED EYECARE:
documento sulla prevenzione delle complicanze oculari nel paziente diabetico” che inquadra
la patologia richiamando l’attenzione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi
precoce della retinopatia diabetica (RD).
“Si stima, che quasi tutti i pazienti affetti da diabete mellito (DM) di tipo 1 e oltre il 60% di
individui con DM di tipo 2 sperimentino forme di gravità variabile di retinopatie in un arco
temporale di circa 20 anni dalla diagnosi. Data l’importanza di questi numeri, dobbiamo
mettere in campo tutte le strategie di prevenzione disponibili. Per esempio, la digitalizzazione e
la telemedicina possono diventare validi alleati, offrendo nuove opportunità per la diagnosi
precoce dei disturbi della macula.” – afferma Massimo Nicolò, Professore Associato Malattie
Apparato Visivo, Università di Genova; Responsabile Centro Retina e Maculopatie Clinica
Oculistica Università di Genova DINOGMI Ospedale Policlinico San Martino Genova, e
sottolinea – “è necessario sfruttare la tele-consultazione in remoto per intercettare i cittadini
con problemi visivi, offrendo loro la possibilità di sottoporsi a un controllo in un centro
specializzato. Grazie all’OCT (Tomografia Ottica Computerizzata) possiamo eseguire esami a
distanza, riducendo il rischio di deterioramento visivo e limitando gli accessi inutili in ospedale.
Questo modello avvicina l’ospedale al paziente, migliorando l’accessibilità e l’efficacia delle
cure.”
Il diabete e le complicanze oculari ad esso correlate rappresentano un onere importante per
l’assistenza sanitaria. Pertanto, oggi risulta fortemente necessario investire nella prevenzione
delle complicanze oculari del diabete, migliorare il trattamento di tutti i pazienti diabetici,
ottimizzarne l’assistenza sanitaria e valutare pienamente l’impatto e il beneficio degli
screening, agevolando l’accesso dei pazienti a questa buona pratica di prevenzione.
“L’oculista ha un ruolo molto importante nella gestione delle complicanze del diabete. Le
persone diabetiche hanno un rischio elevato di sviluppare problemi di vista. La glicemia alta
può danneggiare i minuscoli vasi sanguigni degli occhi e causare complicazioni come la
retinopatia diabetica. Questo può accadere purtroppo anche a coloro la cui glicemia è sotto
controllo. Per questo la diagnostica di primo livello può essere determinante per curare
precocemente la patologia. Lo screening è uno strumento che va utilizzato e diffuso in tutti i
luoghi adeguati.” – afferma Francesco Bandello, Presidente Associazione Pazienti Malattie
Oculari – APMO; Direttore Clinica Oculistica Università Vita Salute IRCCS Ospedale San
Raffaele Milano. “Per esempio, la farmacia può divenire un punto di contatto per la
realizzazione degli screening oculari rappresentando uno strategico punto di raccordo tra
paziente e specialista, avendo il farmacista un contatto diretto e frequente con il paziente è in
grado di inviarlo verso il più corretto percorso di diagnosi e cura. Per questo le istituzioni
competenti dovrebbero favorire lo screening anche all’interno delle farmacie”.
La necessità di migliorare l’accessibilità alle cure ha anche una finalità economica. Si stima
che circa il 13% del carico dell’ipovisione possa essere attribuito alle forme più gravi di
Retinopatia Diabetica. Con circa 108.856 persone aventi diritto ad esenzioni correlate ad
alterazioni visive, si prevede che, nel periodo 2015-2030, solo la RD produrrà un aggravio di
costi statali pari a 4,2 miliardi di euro.
Giovanni Satta 10a Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza
Sociale, Senato della Repubblica “Lo screening oftalmologico nei pazienti diabetici è l’unica
strategia che permette la presa in carico precoce nei pazienti diabetici ed evitare l’insorgenza
delle gravi complicanze della retinopatia che possono portare a gravi deficit funzionali o
addirittura alla cecità. Da oftalmologo diventato Senatore, sto lavorando in Parlamento insieme
agli altri colleghi per far approvare il prima possibile ilDDL 483 che prevede disposizioni a tutela
delle persone affette da patologie oculari cronico degenerative in particolare la promozione
della prevenzione, l’adeguatezza e l’innovazione delle terapie per patologie che devono
rappresentare una priorità nelle politiche di salute pubblica per gli alti costi sociali e clinici che
comportano.”
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