SECONDA EDIZIONE DEL FORUM INCYTE SULLA RICERCA: CAPITALE UMANO ED ECONOMICO, LE LEVE STRATEGICHE PER VALORIZZARE LA RICERCA IN ITALIA

  • Il report di Mario Draghi sulla competitività europea ha messo in evidenza il gap di innovazione che separa l’Unione Europea dalle altre regioni del mondo, valorizzando la ricerca come un asset fondamentale per colmare questo divario;
  • Il comparto Life Sciences può ricoprire un ruolo strategico in questo senso: nel solo 2023, il settore farmaceutico e biotech ha investito in Italia 2 miliardi di euro, in crescita del 21% considerando gli ultimi cinque anni 1;
  • Il “II Forum Incyte sulla Ricerca” è stato l’occasione per riflettere, insieme a istituzioni, università e Terzo settore, sull’importanza di una strategia integrata a supporto dell’R&D, che guardi tanto all’attrazione di capitali economici e di investimenti quanto alla formazione e alla capacità di trattenere e attrarre i talenti della futura comunità scientifica.

Roma, 24 ottobre 2024Puntare sulla ricerca come volano strategico di competitività per l’Italia e per l’Europa, assicurare l’attrazione di capitali economici e investimenti, strutturando una strategia volta a supportare chi fa ricerca, garantire la capacità di formare, trattenere e attrarre i talenti della comunità scientifica del futuro. Sono questi i temi al centro della seconda edizione del Forum Incyte sulla Ricerca, svoltosi oggi a Roma e promosso dall’azienda biofarmaceutica Incyte Italia, in collaborazione con Formiche e Healthcare Policy.

Anche quest’anno, l’evento è stato l’occasione per riunire le diverse componenti del sistema Paese promuovere un confronto sulla ricerca clinica in Italia, sulle opportunità da cogliere e sulle principali sfide da affrontare, in un momento cruciale per l’Italia e per l’Europa. Il gap di innovazione che separa l’EU dagli Stati Uniti e dalla Cina si sta, infatti, ampliando e la ricerca in settori ad alta innovazione, come il biotech, è una delle leve principali a disposizione per recuperare terreno.

 

Al centro della discussione anche l’importanza di valorizzare il capitale umano, mediante percorsi di formazione adeguati e soprattutto strumenti che aiutino i ricercatori a trasferire i frutti della ricerca sul mercato, generando valore per la società. I ricercatori italiani sono i secondi più premiati in UE (61 Starting Grant ottenuti nel 2024), ma l’Italia scivola al quinto posto se si considerano i grant ricevuti come Paese (41)2.

La ricerca scientifica è motore di innovazione e i protagonisti di questa attività sono proprio i giovani”. – ha dichiarato Chiara AmbrogioProfessore Ordinario e Group leader presso il Centro di Biotecnologie Molecolari (MBC) dell’Università di Torino, vincitrice del Career Development Award nel 2018 e Membro del Comitato di selezione Summer School della Armenise Harvard Foundation, che ha aperto oggi la tavola rotonda – “Creare percorsi di formazione innovativi e infrastrutture di ricerca capaci di attrarre e trattenere i ricercatori è prioritario per garantire la competitività della nostra comunità scientifica”.

 

Ha fatto eco a queste parole Andrea Rossi, Amministratore Delegato e Direttore Generale dell’Università Campus Bio Medico – “Un obiettivo strategico fondamentale dell’Università Campus Biomedico di Roma è garantire una formazione globale eccellente, sia etica che tecnica, all’altezza dei tempi e delle attese del mercato. La strategia vincente è integrare i percorsi formativi con partnership di imprese d’avanguardia, nazionali ed internazionali, e il protocollo d’intesa siglato con Incyte Italia per valorizzare il talento dei laureati in materie STEM è un tassello importante in questo percorso”.

Tra i settori chiave in materia di innovazione e ricerca le Scienze della vita, con il biotech in testa, giocano un ruolo da protagonista, restando il primo comparto al mondo per investimenti in R&S, in valore assoluto e in percentuale sul fatturato. Si stima che tra il 2025 e il 2030 le aziende farmaceutiche investiranno su questo fronte 2.000 miliardi di euro, per l’80% destinati a network di ricerca1. Si tratta di una grande opportunità per l’Italia, ma è urgente elaborare una strategia integrata per sfruttarla al meglio.

Fabrizio Greco, Presidente Assobiotec ha commentato: “Oggi la pipeline farmaceutica è al massimo storico e dei circa 20 mila farmaci in sviluppo nel mondo, circa il 45% è di origine biotech. Le biotecnologie svolgono un ruolo chiave nell’affrontare le sfide geopolitiche attuali e future, anche in termini di salute pubblica. Ad oggi, però, l’Unione Europea sta perdendo competitività, soprattutto nella Ricerca & Sviluppo, dove nel 2023 gli USA hanno investito il 52% del totale globale, mentre l’Europa solo il 16%. Se guardiamo poi all’Italia, la fotografia è di un Paese leader nella produzione farmaceutica, con il 18% del totale europeo, ma con solo il 6% degli investimenti continentali in R&S. Per rimanere competitivi in questo settore, il nostro Paese deve quindi diventare più attrattivo per gli investimenti esteri, combinando incentivi per la R&S a semplificazione, stabilità e certezza delle regole”.

 

Secondo Carlo Riccini, Vicedirettore Generale di Farmindustria: L’innovazione nelle Life Sciences è fondamentale per salute, sicurezza, crescita, occupazione di qualità. L’industria farmaceutica è leader a livello globale per R&S e prima in Italia per investimenti in Open Innovation, +75% in 10 anni, grazie a partnership con università e centri pubbliciE i brevetti crescono più che negli altri grandi paesi europei. Investire in ricerca significa credere nel futuro e, come spesso ricordato dal Presidente di Farmindustria, l’UE deve fare di più, con politiche per l’attrattività e regole competitive sulla proprietà intellettuale, per invertire una tendenza che la vede perdere quote degli investimenti mondiali”.

Un quadro integrato anche dai dati della ricerca condotta da YouTrend per Incyte, presentata nel corso dell’evento. La ricerca ha coinvolto 800 giovani di età compresa tra 18 e 35 anni, mettendo a fuoco la conoscenza del settore biotech. Sebbene la maggior parte degli intervistati abbia sentito parlare di biotecnologie, specialmente in ambito salute, il 74% sottostima il ruolo delle biotecnologie in ambito Life Sciences, e l’80% sottovaluta la quota di investimenti in ricerca da parte del biotech. Solo poco più della metà, il 55%, ritiene che gli investimenti nelle biotecnologie producano valore per la società e avanzamento per la ricerca.

Un dato, quest’ultimo, che non rispecchia lo scenario attuale, in cui l’industria farmaceutica rappresenta circa il 2% del PIL nazionale, costituendo uno dei pilastri dell’economia italiana. A questo, si somma il valore generato dagli investimenti in studi clinici e dalle partnership pubblico-privato, fondamentali per incrementare le competenze e le conoscenze della classe medica e per inserire i centri di eccellenza italiani in network internazionali.

Su questo tema è intervenuto anche Pablo Cagnoni, M.D., President and Head of Research & Development Incyte: Incyte è un’azienda che si fonda sulla ricerca. Quasi la metà della nostra popolazione aziendale a livello globale è impegnata in R&D e l’Europa gioca un ruolo chiave: un quarto dei nostri addetti alla ricerca sono basati in Europa e circa il 45% dei pazienti arruolati nei nostri studi clinici sono cittadini europei. Ogni giorno siamo impegnati nella ricerca di nuove soluzioni in aree terapeutiche a elevato unmet need. Portare risposte in ambiti nuovi, in cui i pazienti hanno a disposizione scarse opzioni terapeutiche, o addirittura nessuna, richiede investimenti, partnership strategiche e un forte orientamento all’innovazione. Per questo motivo, l’ecosistema in cui un’azienda si inserisce è fondamentale e deve evolversi ai ritmi che le sfide attuali richiedono, con flessibilità e lungimiranza”.

 

L’impegno di Incyte sul fronte R&S si estende attraverso gruppi di ricerca attivi in tutto il mondo, toccando 20 diversi paesi, tra cui l’Italia. “L’Italia ha un peso importante nell’attività di ricerca grazie agli eccezionali standard qualitativi delle istituzioni di ricerca che supportano i trials clinici.” – ha concluso Onofrio Mastandrea, Regional Vice President e General Manager Incyte Italia – “Da quando siamo arrivati in Italia, nel 2016, ad oggi abbiamo portato avanti 63 studi clinici, di cui il 25% in Fase I, coinvolgendo più di 400 clinical sites. Alla luce di questo impegno, abbiamo voluto inaugurare un percorso di dialogo sul tema della ricerca. Il Forum diventerà un appuntamento annuale, un’occasione per riflettere insieme sulle aree in cui è urgente intervenire con politiche strutturate e mirate per richiamare investimenti e talenti e rendere il Paese competitivo e attrattivo anche sul fronte della ricerca”.

Alla seconda edizione del Forum Incyte sulla Ricerca hanno inoltre partecipato: Luca de Angelis, Direttore Generale per le nuove tecnologie abilitanti del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Carnelos, Consigliere d’Ambasciata e Capo Ufficio Innovazione Tecnologica e Startup, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marta Schifone, deputata di Fratelli d’Italia, membro XII Commissione Affari Sociali e capogruppo in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, promotrice della prima legge nazionale istitutiva della settimana STEM, Paolo Bonaretti, membro del Direttivo di EneaTech & Biomedical, Maria Cristina Pisani, Presidente Consiglio Nazionale Giovani, Marco Scioli, Founder & Chairman Starting Finance e Giovanni Forti, Senior Analyst Quorum YouTrend.


Reference

  1. https://www.farmindustria.it/app/uploads/2022/03/Indicatori-Farmaceutici-website.pdf

  2. https://erc.europa.eu/sites/default/files/2024-09/erc-2024-stg-statistics.pdf

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